

Tourisme durable en France et Italie
Du "developpement durable" au "tourisme durable" - Dallo "sviluppo sostenibile" al "turismo sostenibile"
Si é iniziato a parlare di turismo sostenibile intorno agli anni Novanta, a causa della crescita i interesse nei confronti dei rischi legato all'ambiente da parte della società. Questo interesse non venne fuori dal nulla; già da alcuni anni, autorevoli scienziati avevano pubblicato numerosi documenti e atti ufficiali in cui si parlava per la prima volta di "sviluppo sostenibile".
1972: Conferenza di Stoccolma
Nel 1972 si tenne a Stoccolma la Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo umano (CNUEH); questa conferenza fu importantissima per la storia dell'ecologia poiché introdusse per la prima volta i temi ecologici nell'agenda mondiale. I partecipanti adottarono una dichiarazione in 26 principi e un piano d'azione contro l'inquinamento. Ciò porto alla nascita del pino delle nazione unite contro l'inquinamento (PNUE), oltre che alla creazione di Ministeri e organi istituzionali dedicati all'ambiente in più di cento Paesi. I dirigenti mondiali si impegnarono per incontrarsi ogni 10 anni per fare il punto sullo stato ambientale del pianeta.
1987: il Rapporto Brendtland
La Commissione mondiale per l'ambiente e lo sviluppo (CMED) creata all'ONU, introdusse a livello mondiale il concetto di "sviluppo sostenibile" con la pubblicazione del rapporto "Our Common future - Il nostro comune destino", detto anche rapporto Brendtland. Il termine viene utilizzato per la prima volta nel rapporto "La strategia mondiale per la conservazione" pubblicata dall'Unione internazionale per la conservazione della natura, ma bisognerà attendere il 1987 affinché esso venga illuminato dai riflettori e finisca per intendere la definizione attribuitagli ancora oggi:
"uno sviluppo che risponde ai bisogni delle generazioni del presente, senza compromettere la capacità delle generazioni future di rispondere ai loro".
Questa idea venne ripresa dall'ONU, che invitò i governi, le imprese e le ONG a lavorare all'interno dei principi dello sviluppo sostenibile. Il fine dello sviluppo sostenibile è di trovare un equilibrio coerente e a lungo termine tra tre aspetti: economico, sociale e ambientale. A questi si aggiunge poi un altro aspetto trasversale, indispensabile alla messa in pratica di politiche e azioni relative allo sviluppo sostenibile: la governance. Questa consiste nella partecipazione attiva di tutti gli attori (cittadini, associazioni, governi,...) al processo decisionale.
1992: Summit sulla Terra a Rio de Janeiro
La Conferenza delle Nazione Unite di Rio fece fare un balzo in avanti al progresso dei principi dello sviluppo sostenibile a livello internazionale. Essa fece leva su due constatazioni: la degradazione dell'ambiente e l'interdipendenza a lungo termine tra i progressi economici e la protezione dell'ambiente. La Dichiarazione di Rio fu un compromesso tra i Paesi industrializzati e quelli in via i sviluppo in materia di questioni ambientali. Essa non ha valore giuridico ma può pesare sui governi a livello morale.
Il messaggio principale emerso dai 27 principi della Conferenza fu che l'eccessivo dispendio delle risorse naturali da parte dei paesi ricchi conducesse alla povertà e alla distruzione ambientale.
In seguito alla conferenza venne varato il pino d'azione Agenda 21 con il fine di orientare la messa in opera dello sviluppo sostenibile. Consiste in una pianificazione completa delle azioni da intraprendere a livello mondiale, nazionale e locale dalle organizzazioni delle Nazioni Unite, dai governi e dalle amministrazioni in ogni area in cui la presenza umana ha impatti sull'ambiente.
L'Agenda 21 è quindi un piano d'azione per lo sviluppo sostenibile, da realizzare su scala globale, nazionale e locale con il coinvolgimento più ampio possibile di tutti i portatori di interesse che operano su un determinato territorio.
1993: Guida per le autorità locali - Sviluppo sostenibile del turismo
Questa guida, pubblicata in inglese dall'OMT in collaborazione con la PNUE applico per la prima volta la nozione di sostenibilità al settore turistico. Essa affermava che "l'ambiente é la base delle risorse naturali e culturali che attirano i turisti. Di conseguenza la protezione dell'ambiente é essenziale per un successo a lungo termine del settore del turismo".
1995: Conferenza mondiale sul turismo sostenibile
Conferenza organizzata dall'UNESCO, l'OMT e le NU sull'isola di Lanzarote, nell'arcipelago delle Canarie. Essa delineo la definizione di turismo sostenibile: "un turismo che prende pienamente consapevolezza dei suoi impatti economici, sociali e ambientali, attuali e futuri, e risponde ai bisogni dei turisti, dei professionisti del settore, dell'ambiente e delle popolazioni locali".
I risultati della Conferenza sono sintetizzati nel documento finale Carta del Turismo Sostenibile, valida garanzia di controllo del processo di crescita compatibile del turismo di massa e dei prodotti ad esso legati:
1) Lo sviluppo del turismo dovrà basarsi su criteri di sostenibilità, rispettare nel lungo periodo l'ambiente, essere economicamente praticabile ed eticamente e socialmente equo per le comunità locali.
2) La natura sostenibile del turismo richiede l'integrazione degli aspetti naturali, culturali e umani presenti. Deve essere rispettato il fragile equilibrio che caratterizza molte destinazioni turistiche, in particolare le piccole isole e le aree ambientali sensibili.
3) Il turismo deve considerare i suoi effetti sul patrimonio storico-culturale, sulle tradizioni, sulle attività e sulle dinamiche di ciascuna località. Questi elementi devono giocare un ruolo centrale nella formulazione delle strategie per il turismo, in modo particolare nei Paesi in via di sviluppo.
4) Sviluppo sostenibile vuol dire solidarietà, mutuo rispetto e partecipazione di tutti gli attori coinvolti nel processo, a partire dalla popolazione locale. Per questo si richiedono efficienti meccanismi di cooperazione a tutti i livelli: locale, regionale, nazionale ed internazionale.
5) La conservazione, la protezione e la valorizzazione delle nostre risorse naturali e culturali richiede sforzi di cooperazione particolari. Ciò comporta che tutte le persone responsabili devono farsi carico di cambiamenti reali, culturali e professionali e compiere tutti gli sforzi necessari per metter in campo una pianificazione integrata e precisi strumenti di gestione.
6) Governo e Autorità devono promuovere tutte le azioni necessarie a coinvolgere nella pianificazione del turismo le Organizzazioni ambientaliste e le comunità locali.
7) Azioni devono essere intraprese per distribuire nel modo più equilibrato possibile i benefici ed il peso del turismo. Questo comporta un cambiamento nello stile di consumo e l'introduzione di prezzi che considerino l'impatto ambientale. Governi ed organizzazioni multilaterali sono chiamati ad abbandonare la pratica dei sussidi che producono ricadute negative sull'ambiente.
8) Le aree più vulnerabili da un punto di vista ambientale e culturale devono avere la priorità nella cooperazione tecnica e finanziaria per lo sviluppo turistico sostenibile.
9) Un trattamento speciale deve essere riservato a quelle aree che sono state danneggiate da un modello turistico ad alto impatto.
10) Governi, Autorità ed organi non governativi impegnati nel turismo e nell'ambiente devono promuovere e partecipare alla creazione di reti aperte allo scambio di informazioni, alla, disseminazione e al trasferimento di tecnologie, alla diffusione della ricerca e delle conoscenze in materia ambientale e turistica.
11) Esiste la necessità di sostenere e promuovere studi di fattibilità, progetti turistici dimostrativi nell'ambito di uno schema di sviluppo sostenibile, programmi di cooperazione internazionale e l'introduzione di sistemi di gestione ambientale.
12) Un'attenzione particolare va riservata al ruolo ed agli effetti particolari del trasporto nel turismo. Strumenti economici devono essere attivati per ridurre il consumo di energia non rinnovabile.
Ulteriore merito dei partecipanti alla conferenza di Lanzarote è sicuramente quello di mettere in evidenza non solo le potenzialità distruttive di quel turismo "predatore di territori esotici e culture", ma anche la possibilità che il turismo si converta in un efficace strumento di sviluppo del capitale naturale e sociale.
1997: La dichiarazione di Berlino
Conferenza internazionale sulla biodiversità e sul turismo sostenibile, durante la quale venne riconosciuto da tutti i partecipanti l'importanza economica del settore turistico e la conseguente necessità di una salvaguardia ambientale come fonte di sviluppo futuro. Si riconobbe inoltre la necessità di una cooperazione a livello nazionale, internazionale e locale.
1998: Carta Europea del Turismo Sostenibile
La Carta Europea del Turismo Sostenibile (CETS) rientra nelle priorità mondiali ed europee espresse dalle raccomandazioni dell’Agenda 21, adottate durante il Summit della Terra a Rio nel 1992 e dal 5° programma comunitario di azioni per lo sviluppo sostenibile. Fa parte delle priorità del programma di azioni "parks for life" dell'Unione Mondiale per la Conservazione della Natura.
Si conforma ai principi enunciati dalla Carta Mondiale del turismo sostenibile, elaborata a Lanzarote nel 1995. La CETS è prima di tutto uno strumento di metodo per la definizione delle linee di indirizzo e del giusto procedimento per incoraggiare un turismo che sia sostenibile per le aree protette e, al contempo, attraente per il mercato. Obiettivo ambizioso della Carta è quello di far dialogare insieme, per condividere un progetto, i gestori del Parco, gli enti territoriali coinvolti nel suo territorio, le aziende turistiche locali e i tour operator. Si tratta quindi di una vera e propria sfida.
L’adesione alla carta europea permette al territorio di armonizzare e valorizzare le forme di economia presenti e di garantire un’adeguata qualità della vita della popolazione locale.
2002: Dichiarazione di Quebec sull'ecoturismo
La paternità del termine "ecoturismo" è generalmente attribuita all'architetto messicano Hector Ceballos-Lascurain, autore di numerose pubblicazioni sul tema. Nel 1988 egli coniò la seguente definizione di ecoturismo:
«Viaggiare in aree naturali relativamente indisturbate o incontaminate con lo specifico obiettivo di studiare, ammirare e apprezzare lo scenario, le sue piante e animali selvaggi, così come ogni manifestazione culturale esistente (passata e presente) delle aree di destinazione".
L’ ecoturismo (contrazione delle parole turismo ecologico) deriva dai principi dettati nella Dichiarazione di Quebec del 2002, dichiarato dalle Nazioni Unite anno internazionale dell'ecoturismo. In questa occasione l'UNEP , l'UNWTO e l'International Ecotourism Society hanno organizzato il summit mondiale dell'ecoturismo a Quebec (in Canada), al quale hanno partecipato 1.169 delegati da 132 diverse nazioni che hanno contribuito alla stesura della Quebec Declaration on Ecotourism. Il 2002 è stato l'anno in cui è stata fatta finalmente chiarezza sul significato del termine ecoturismo che ha superato il concetto di turismo ecologico per incorporare anche gli aspetti legati al rispetto della comunità locale (sociale) ed il suo sviluppo economico oltre la soddisfazione del turista. L'ecoturismo in questa prospettiva è caratterizzato da alcuni aspetti peculiari: è mirato alla promozione di uno sviluppo sostenibile del settore turistico; non determina il degrado o l'esaurimento delle risorse; concentra l'attenzione sul valore intrinseco delle risorse naturali rispondendo ad una filosofia più biocentrica che antropocentrica; richiede all'ecoturista di accettare l'ambiente nella sua realtà senza pretendere di modificarlo o adattarlo a sua convenienza; si fonda sull'incontro diretto con l'ambiente e si ispira ad una dimensione cognitiva diretta. Una delle definizioni di ecoturismo maggiormente condivise è quella dell'International Ecotourism Society che recita: "l'ecoturismo è un modo responsabile di viaggiare in aree naturali, conservando l'ambiente e sostenendo il benessere delle popolazioni locali ". L'ecoturismo ha quindi una forte componente programmatica e descrive non solo un determinato segmento della domanda, ma anche un insieme di risultati auspicabili, come: la compatibilità ambientale e socio-culturale come condizione fondamentale; l’apporto di benefici per i progetti di protezione dell'ambiente e per la popolazione locale (partecipazione, creazione e ampia distribuzione di reddito); l’accrescimento della consapevolezza ambientale e la maggiore accettazione della conservazione della natura come uso del territorio proficuo e adeguato (sia tra i turisti che tra gli altri soggetti interessati allo sviluppo locale).